Allarme da Parigi: "Europa a portata dei missili coreani"

Allarme da Parigi: “Europa a portata dei missili coreani”

La minaccia coreana ci toccherebbe da vicino.

L’allarme è stato lanciato da Florence Parly, ministra della Difesa del governo francese. A ciò si aggiunge anche l’avvertimento di Seul circa il trasporto verso la costa di un missile a gittata intercontinentale, da parte della Corea del Nord.

La situazione rischia di diventare caldissima, visto anche il parterre degli attori sullo scacchiere internazionale.

Basti pensare che apparentemente pacieri appaiono Russia e Cina, solitamente risolute nelle loro decisioni.

Dichiarazioni di fuoco

La posizione di Putin è evidentemente strategica, nel consigliare a Trump la calma. Da parte sua il presidente USA sta lanciando anatemi e minacce, attraverso i suoi collaboratori. Abbastanza eloquente la dichiarazione dell’Ambasciatrice USA presso l’ONU: “La nostra pazienza ha un limite”.

La risposta attiva finora inviata a Kim è stata un’esercitazione svolta in modo provocatorio da parte della Corea del Sud ai confini con lo stato del dittatore.

Il buon Giovannino Guareschi sosteneva che quando sui giornali appaiono le cartine geografiche, la situazione è calda. Oggi siamo addirittura un passo più in là.

Stiamo assistendo ad una vera e propria partita a scacchi, la cui scacchiera è il mondo. E la posta in palio potrebbe essere la nostra stessa sopravvivenza.

A Trump che interrompe le relazioni commerciali con la Corea del Nord, risponde Putin sottolineando che esse erano pari a zero. Segno che nonostante questa crisi venga definita da guerra locale, il teatro potrebbe essere tragicamente più ampio.

La preoccupazione nasce anche dal fatto che i governanti dei Paesi coinvolti nella crisi non sono certamente ritenuti “colombe”. Il mondo teme reazioni irrazionali.

La tensione sta crescendo e Putin rincara la dose, citando eventi che non costituiscono un buon ricordo per Washington: “Tutti ricordano bene cosa è successo in Iraq. Saddam Hussein aveva rinunciato alla produzione di armi di distruzione di massa; tuttavia, con il pretesto della ricerca proprio di queste armi, è stato distrutto il Paese e Saddam è stato impiccato. In Corea del Nord lo sanno bene tutti e se lo ricordano”.

In questo scenario Kim Jong Il rincara la dose: “Pronte altre sorprese”.

Insomma, assistiamo impotenti ad eventi che potrebbero certamente condizionare se non cancellare il nostro futuro.

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